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RINNOVO CONTRATTI PUBBLICI 2019-2021: di quanto aumenteranno gli stipendi degli infermieri
Prime stime degli aumenti degli stipendi per i comparti della Pubblica amministrazione
Con il rinnovo dei contratti pubblici 2019-2021, ai lavoratori della Pubblica amministrazione arriveranno aumenti di stipendi da 91 a 128 euro a seconda del comparto di appartenenza, con un incremento medio dei cedolini del 4,07%. Arrivano, dunque, i primi conteggi dei sindacati sulle nuove buste paga dei lavoratori pubblici, dalla sanità ai ministeri, alla scuola. A breve, infatti, il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta firmerà l'atto di indirizzo per il negoziato che verrà portato avanti dalle parti all'Aran, l'Agenzia pubblica che siede al tavolo delle trattative per il governo Draghi.
Secondo le prime stime, con le risorse stanziate dal precedente governo Conte e da quello attuale di Mario Draghi, gli aumenti degli stipendi dei dipendenti della Pubblica Amministrazione si attesteranno da un minimo di 91 euro a un massimo di 128. Più dettagliatamente, il minimo sarà assicurato ai lavoratori delle amministrazioni locali per un totale di oltre 400mila lavoratori (con redditi annui di poco superiori ai 29.000 euro) ai quali andranno aumenti medi lordi di 91,21 euro, pari a un incremento annuo corrispondente alle 13 mensilità di 1.185,79 euro.
Ai lavoratori del Servizio sanitario nazionale (esclusi i medici che fanno parte del personale dirigente e per i quali vige una contrattazione separata) andranno 97,35 euro mensili in più per un incremento annuo degli stipendi di 1.265,57 euro.
Stipendi Pubblica amministrazione, gli aumenti nei ministeri e Agenzie
Più contenuti sarebbero gli aumenti degli stipendi con il rinnovo dei contratti della Pubblica amministrazione dei circa 140 mila impiegati dei ministeri che hanno un reddito annuo di poco più di 30.000 euro: l'incidenza media del 4,07% produrrà un incremento in busta paga di 94,58 euro mensili, pari a 1.229,59 euro annui, comprensivi di tredicesima.
Arretrati 2019, 2020 e 2021 nel rinnovo contratti della Pubblica amministrazione
Gli aumenti di stipendio dei nuovi contratti sono considerati a regime: l'intenzione di Draghi e del ministro della Pubblica amministrazione Brunetta è quella di concludere la trattativa all'Aran entro la fine del 2021 in modo che gli aumenti effettivi figurino nei cedolini a partire dal 2022, se non prima.
Voci da sottrarre all'aumento
Il secondo nodo del rinnovo dei contratti statali è rappresentato dalle voci che andrebbero in sottrazione rispetto agli aumenti pieni.
In particolare andrebbe sottratta l'indennità di vacanza contrattuale che i dipendenti pubblici stanno già percependo e che vale da sola 500 milioni di euro, e l'elemento perequativo, il bonus variabile da 20 a 30 euro introdotto proprio nel precedente rinnovo dei contratti pubblici per aumentare i redditi meno elevati e farli arrivare al minimo degli 85 euro mensili medi promessi dal governo. Inoltre, andrebbero sottratti anche i fondi del trattamento accessorio delle Forze di polizia e armate per 210 milioni di euro. Il totale delle sottrazioni arriverebbe a circa un miliardo di euro che, se diminuito ai 3.750 milioni di euro, rischierebbe di mangiare l'1,035% del 4,07% stabilito come aumento medio degli stipendi.Il che farebbe scendere gli aumenti medi calcolati in 107 euro sommando tutti i comparti della Pubblica amministrazione a soli 79 euro medi.
- Indennità di specificità infermieristica 335 milioni di euro;
- Indennità di tutela del malato e promozione della salute 100 milioni di euro;
- Indennità di esclusività della dirigenza medica 500 milioni di euro.